Gomito, Polso, Mano

EPICONDILITE

L’epicondilite è una sindrome dolorosa da sovraccarico, riguardante l’articolazione del gomito,3 colpisce frequentemente tennisti, golfisti, giocatori di baseball, schermidori.

Può ritrovarsi anche in soggetti che compiono lavori manuali con gesti ripetitivi come: imbianchini, operai, muratori.

All’inizio si avverte dolore solo durante l’attività, o alla palpazione sull’epicondilo laterale; successivamente la sintomatologia dolorosa si presenta anche a riposo e nella vita di tutti i giorni in semplici gesti quali dare la mano, sollevare una bottiglia o girare una maniglia.

La diagnosi è di tipo clinico. Lo specialista vi sottoporrà a test specifici, se positivi saremo in presenza di questa patologia.

Inizialmente il trattamento è sempre conservativo. In fase acuta ti verrà consigliato riposo per circa 20 gg dalla attività che si ritiene abbia prodotto la sintomatologia, terapia fisica locale accompagnata da esercizi di stretching e massaggio di scarico. La ripresa graduale dell’attività sportiva potrà avvenire solo dopo rinforzo dei muscoli flessori e della muscolatura della spalla.

Lo specialista se riterrà opportuno potrà decidere di intraprendere la strada chirurgica o eseguire infiltrazioni di nuova metodologia come PRP.

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FRATTURA DEL CAPITELLO RADIALE

Nel 30% dei casi tra le fratture del gomito, troviamo quella del capitello radiale. Questa frattura è generalmente causata da traumi indiretti (caduta sull’arto superiore a mano in iperestensione). Avremo limitazione funzionale, perdita di forza dovuta all’insorgenza di forte dolore.

Esami che possono evidenziare la frattura sono RX, la risonanza magnetica è più fine per porre una diagnosi precisa.

Le fratture composte vengono trattate con un tutore rigido per circa 10 giorni. L’inizio del trattamento riabilitativo è fondamentale, con una mobilizzazione passiva precoce, per il rischio, molto frequente, di rigidità.

Le fratture scomposte sono spesso trattate incruentemente con uno splint per due settimane, seguite da mobilizzazione solo in flesso-estensione. In seguito, dopo controllo radiografico, è portato a termine il completamento della rieducazione. I risultati sono positivi nell’80% dei casi.

DISTORSIONE DEL POLSO

Il meccanismo di lesione più frequente è la caduta a terra con carico sulla mano in estensione ed extrarotazione. Il meccanismo porta allo stiramento dei legamenti, tendini e capsula articolare.

Il riposo è la miglior terapia per il primo periodo. Un bendaggio funzionale e ghiaccio aiutano nella risoluzione del dolore. Successivamente è necessario iniziare terapia fisica locale e recupero dell’articolarità e del tono-trofismo muscolare.

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FRATTURA OMERO DISTALE

Accadono più frequentemente in soggetti giovani, tuttavia possono riscontrarsi anche negli adulti. Sono causate per lo più da trauma indiretto prodotto da una caduta sul braccio in estensione o trauma diretto.

Il dolore appare subito molto intenso e crea impossibilità funzionale dell’arto.

Gli esami strumentali da eseguire saranno RX, in qualche caso occorre anche effettuare una elettromiografia per valutare la funzionalità del sistema nervoso.

Si cercherà di non utilizzare un apparecchio gessato per l’immobilità a causa delle forti rigidità che potrebbe creare. inizieremo presto con mobilizzazione passive dopo eventuale riduzione chirurgica.

LUSSAZIONE DEL GOMITO

L’articolazione del gomito risulta  anch’essa una delle più colpite da lussazione, in particolar modo nei bambini con meno di dieci anni di età. Il meccanismo traumatico avviene principalmente in senso antero-posteriore, accompagnato nel 30/40% dei casi con fratture.

Il meccanismo più comune che produce lussazione posteriore del radio e dell’ulna rispetto all’omero, è la caduta all’indietro sul braccio con il gomito flesso.

Il dolore è molto intenso in occasione del trauma ed è impossibile il movimento. Nel sospetto fondato di lussazione con frattura è opportuno effettuare un esame radiologico. E’ importante affrontare tutte le fasi della riabilitazione per il recupero funzionale completo, dal controllo del dolore e del gonfiore, al miglioramento dell’articolarità, della forza muscolare, e in seguito esercizi di coordinazione e la ripresa del gesto sport specifico.

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FRATTURE DI SCAFOIDE

Sono la tipologia di frattura più frequente nella mano (90% dei casi).

Avvengono solitamente in seguito ad una caduta sulla mano e possono associarsi a lesioni dei piccoli legamenti che circondano lo scafoide.

In genere la frattura produce dolore intenso e gonfiore. Il dolore limita la funzionalità dell’articolazione.

Il medico per fare diagnosi si basa sull’anamnesi e sulla clinica; in genere la diagnosi del medico è confermata da una radiografia del polso in proiezioni particolari per lo scafoide. A volte una frattura può passare inosservata a un primo esame radiografico.

Una diagnosi tardiva o un’immobilizzazione troppo breve sono le cause più frequenti di complicanze come osteonecrosi del polo prossimale.

Il trattamento è in genere conservativo e consiste nel confezionamento di un gesso con pollice incluso da tenere sei/dieci settimane.

Alla rimozione del gesso o del tutore (che avviene in seguito alla guarigione radiologica) è opportuno cominciare un ciclo di terapie riabilitative volte al recupero dell’articolarità e della forza della muscolatura della mano.

FRATTURA RADIO-ULNA

La frattura di Colles è la più frequente in questa zona anatomica.

Il 60 – 70 % interessa le donne in menopausa ed è tipica dell’osso osteoporotico.

Il dolore qui appare intensissimo, il dottore potrà prescrivere farmaci antidolorifici.

Si eseguirà una radiografia per valutare l’entità della frattura.

Frequenti sono le deformità residue alla rimozione del gesso, pur tutelando ancora il polso.

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SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

Questa sindrome si produce per un conflitto meccanico, precisamente il nervo mediano viene compresso contro il legamento traverso del carpo, generando deficit sensitivi e motori di entità variabile.

Una forma primitiva, la più diffusa, dovuta ad una sinovite dei tendini flessori e una forma secondaria dovuta a malattie sistemiche o a esiti di fratture a carico del polso che consolidando hanno prodotto un restringimento del tunnel.

Prevale nettamente nel sesso femminile, Il fattore ormonale gioca un ruolo cruciale anche se non pienamente chiarito. Nelle forme primitive i sintomi sono caratterizzati da formicolii tipicamente notturni con sensazione di addormentamento delle prime quattro dita. Nelle secondarie è presente spesso anche il dolore che invece peggiora con il movimento e quindi è prevalentemente diurno.

La diagnosi si basa su test clinici specifici e su un esame elettromiografico per valutare il grado di compromissione del nervo.

La prognosi è generalmente benigna con totale scomparsa dei disturbi della sensibilità nelle forme primarie. Il trattamento delle forme primarie è inizialmente conservativo e si basa sull’applicazione di terapie fisiche (Ultrasuoni e Laserterapia), sul rinforzo dei gruppi muscolari deficitari e su esercitazioni per il recupero della coordinazione fine. Nelle forme più resistenti la soluzione è chirurgica.