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PROTESI D’ANCA

Quando il dolore all’anca è incruento con gravi limitazioni funzionali dell’articolazione e con un quadro radiografico molto compromesso, il vostro medico specialista vi proporrà un intervento di sostituzione dell’articolazione con protesi.

In genere si consiglia l’esecuzione di questi interventi in pazienti oltre i sessant’anni, sia in considerazione della durata delle protesi, sia perché con l’età la richiesta di prestazioni fisiche è minore. L’intervento di protesi d’anca permette il recupero di una buona qualità di vita, e la risoluzione del dolore con una durata della protesi.

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Le protesi possono essere di quattro tipi:

1) La sostituzione totale, in cui, entrambi i componenti sia femorale che del bacino vengono sostituiti;
2) La sostituzione parziale della sola parte femorale che non sostituisce la componente del bacino
3) La protesi di rivestimento che riveste la testa del femore usurata senza toglierla, questa comunemente usata in pazienti piuttosto giovani.
4) La protesi da revisione, che prevede la sostituzione di un dispositivo precedentemente impiantato.

La riabilitazione ha come obiettivi il recupero della mobilità, della forza muscolare e coordinazione motoria. Deve iniziare in maniera rapida per ripristinare in fretta i parametri motori. È molto indicata per questa patologia l’idrokinesiterapia (piscina) sempre con ausilio di un terapista.

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Il paziente racconta un principio di dolore nella zona inguinale all’altezza del pube; il dolore aumenta nel caso si compiano alcuni movimenti e riduce notevolmente la prestazione sportiva. A volte si avverte uno schiocco articolare a livello dell’anca. La sintomatologia può protrarsi per diversi mesi e può essere scatenata da un trauma acuto o da microtraumi ripetuti responsabili di una contrattura dolente che tende a simulare, per il suo decorso, un problema articolare a carico dell’anca o un male viscerale, che induce il paziente a numerose consulenze internistiche.
Negli sportivi spesso ne è responsabile la sindrome dell’ileo-psoas.
L’ileo-psoas è un muscolo interno dell’anca che agisce flettendo, abducendo ed extraruotando la testa del femore.
La diagnosi è basata su test muscolari contro resistenza e la palpazione profonda del muscolo. In alcuni casi può essere necessario richiedere una eventuale risonanza magnetica per escludere lesioni muscolotendinee.
Il trattamento è esclusivamente conservativo e si basa a massoterapia decontratturante degli altri distretti muscolari spesso coinvolti; esercizi posturali e di allungamento; tonificazione selettiva dello psoas e dei muscoli sinergici.

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